Memoria
E' Futuro
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Piazza
Tien An Men Villa Togliatti
La Piazza Tien An Men è una delle poche piazze in Italia che conserva due nomi sin dall'inizio. Siamo nel giugno del 1989: questa piazza era destinata a essere intitolata solamente a Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano e Ministro della Giustizia per un certo periodo, un politico di grande rilievo. Tuttavia, pochi giorni prima dell'inaugurazione, si verificarono gli eventi di Piazza Tiananmen a Pechino: la protesta studentesca in Cina. L'amministrazione dell'epoca, nel contesto delle imminenti trasformazioni politiche come la caduta del muro di Berlino, decise così di dividere idealmente questa piazza in due parti: Piazza Tien An Men e Piazza Togliatti. In piazza Tien An Men, troviamo il Monumento al Lavoro. Quando si parla di lavoro, nella civiltà contadina, il riferimento era quasi esclusivamente al lavoro manuale, mentre quello intellettuale era spesso trascurato. In questa piazza, invece, si celebra sia il lavoro manuale che quello intellettuale. Sono presenti riproduzioni in bronzo di oggetti di uso comune di un tempo, come la pala per infornare il pane, l'attrezzo per impastare la malta usato dai muratori, la quartara e altri strumenti interessanti come la citalena, utilizzata dagli zolfatari, per illuminare i cunicoli delle miniere di zolfo, sono tutti oggetti che celebrano la civiltà contadina. Accanto al lavoro manuale, viene elogiato anche il lavoro intellettuale, rappresentato simbolicamente da una stele. La stele, simbolo universale di elevazione dello spirito, si erge verso il cielo, e alla sua base, come pagine di pietra, sono incisi brani della letteratura europea. Troviamo Dante per l'Italia, Shakespeare per la letteratura inglese, Goethe per la letteratura tedesca e Cervantes per quella spagnola. Nel 1989 ricorreva anche l'anniversario della Rivoluzione Francese, e la frase "La libertà consiste nel potere fare tutto ciò che non nuoce agli altri" della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo è incisa per rappresentare questo principio fondamentale. Il lavoro, sia manuale che intellettuale, trova la sua massima espressione nell’opera delle mani: mani che creano, che lavorano. Le due mani raffigurate nel monumento rappresentano la fatica dell'uomo, sia essa manuale o intellettuale. L'intera piazza fu realizzata nel 1989 dal maestro Silvio Benedetto, autore di molte delle opere moderne visibili a Campobello. In piazza Tien an men possiamo ammirare un mosaico, realizzato successivamente da un nostro concittadino, Totò Falsone, raffigurante il fabbro, figura importante nella civiltà contadina.
L’altra parte dell’intera piazza è piazza Togliatti, in cui abbiamo ciò che comunemente viene chiamato dai campobellesi come "cerchio”, che è in realtà un piccolo anfiteatro. Silvio Benedetto, ispirandosi agli antichi greci, creò dei punti voce in questo anfiteatro, basta provare a parlare dal centro dell’anfiteatro, dove vi è il simbolo del comune di Campobello di Licata. Questo spazio è stato intitolato a Giuseppe Gatì, un giovane promettente morto in un incidente sul lavoro.
Altra curiosità sulla piazza, possiamo notare un ficus piantato il 23 maggio 1993, in memoria di Giovanni Falcone, nel primo anniversario dell’attentato di Capaci
La Piazza Tien An Men è una delle poche piazze in Italia che conserva due nomi sin dall'inizio. Siamo nel giugno del 1989: questa piazza era destinata a essere intitolata solamente a Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano e Ministro della Giustizia per un certo periodo, un politico di grande rilievo. Tuttavia, pochi giorni prima dell'inaugurazione, si verificarono gli eventi di Piazza Tiananmen a Pechino: la protesta studentesca in Cina. L'amministrazione dell'epoca, nel contesto delle imminenti trasformazioni politiche come la caduta del muro di Berlino, decise così di dividere idealmente questa piazza in due parti: Piazza Tien An Men e Piazza Togliatti. In piazza Tien An Men, troviamo il Monumento al Lavoro. Quando si parla di lavoro, nella civiltà contadina, il riferimento era quasi esclusivamente al lavoro manuale, mentre quello intellettuale era spesso trascurato. In questa piazza, invece, si celebra sia il lavoro manuale che quello intellettuale. Sono presenti riproduzioni in bronzo di oggetti di uso comune di un tempo, come la pala per infornare il pane, l'attrezzo per impastare la malta usato dai muratori, la quartara e altri strumenti interessanti come la citalena, utilizzata dagli zolfatari, per illuminare i cunicoli delle miniere di zolfo, sono tutti oggetti che celebrano la civiltà contadina. Accanto al lavoro manuale, viene elogiato anche il lavoro intellettuale, rappresentato simbolicamente da una stele. La stele, simbolo universale di elevazione dello spirito, si erge verso il cielo, e alla sua base, come pagine di pietra, sono incisi brani della letteratura europea. Troviamo Dante per l'Italia, Shakespeare per la letteratura inglese, Goethe per la letteratura tedesca e Cervantes per quella spagnola. Nel 1989 ricorreva anche l'anniversario della Rivoluzione Francese, e la frase "La libertà consiste nel potere fare tutto ciò che non nuoce agli altri" della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo è incisa per rappresentare questo principio fondamentale. Il lavoro, sia manuale che intellettuale, trova la sua massima espressione nell’opera delle mani: mani che creano, che lavorano. Le due mani raffigurate nel monumento rappresentano la fatica dell'uomo, sia essa manuale o intellettuale. L'intera piazza fu realizzata nel 1989 dal maestro Silvio Benedetto, autore di molte delle opere moderne visibili a Campobello. In piazza Tien an men possiamo ammirare un mosaico, realizzato successivamente da un nostro concittadino, Totò Falsone, raffigurante il fabbro, figura importante nella civiltà contadina.
L’altra parte dell’intera piazza è piazza Togliatti, in cui abbiamo ciò che comunemente viene chiamato dai campobellesi come "cerchio”, che è in realtà un piccolo anfiteatro. Silvio Benedetto, ispirandosi agli antichi greci, creò dei punti voce in questo anfiteatro, basta provare a parlare dal centro dell’anfiteatro, dove vi è il simbolo del comune di Campobello di Licata. Questo spazio è stato intitolato a Giuseppe Gatì, un giovane promettente morto in un incidente sul lavoro.
Altra curiosità sulla piazza, possiamo notare un ficus piantato il 23 maggio 1993, in memoria di Giovanni Falcone, nel primo anniversario dell’attentato di Capaci