Piazza Martiri di Modena a Campobello di Licata rappresenta uno dei luoghi più simbolici e centrali della cittadina, grazie al suo valore storico e culturale, oltre che alla sua posizione strategica. Caratterizzata da un ampio spazio aperto circondato da edifici di rilievo, la piazza ha svolto un ruolo fondamentale nella vita sociale del paese.
La denominazione della piazza è un omaggio ai martiri modenesi, le cui vicende si intrecciano con il Risorgimento italiano e le aspirazioni di libertà del XIX secolo. L'intitolazione rispecchia il desiderio della comunità locale di ricordare coloro che hanno sacrificato la propria vita per l'unità nazionale. Progettata nell’ambito di un piano di sviluppo urbanistico post-unitario, la piazza è stata concepita per diventare un luogo di aggregazione e celebrazione, sia per eventi religiosi che civili. Nel tempo, ha accolto manifestazioni politiche, celebrazioni religiose ed eventi sociali, evolvendosi senza perdere il suo significato di cuore pulsante della vita cittadina.
Dal punto di vista architettonico, la piazza presenta un pavimento in lastre di pietra locale disposte in modo geometrico, creando un senso di ordine e armonia. La vegetazione presente, inclusa una selezione di alberi e aiuole, contribuisce all’equilibrio tra architettura urbana e ambiente naturale, offrendo un luogo accogliente per passeggiate e momenti di incontro.
Piazza Martiri di Modena è molto più di uno spazio urbano; rappresenta il cuore della vita culturale e sociale di Campobello di Licata. La piazza è un luogo di celebrazione, protesta, discussione e condivisione quotidiana, rafforzando il senso di identità collettiva. Attraverso le sue cerimonie pubbliche, commemorazioni e feste, essa continua a essere un punto di riferimento imprescindibile, legando indissolubilmente lo spazio urbano alla comunità che lo abita.
La Chiesa Madre fu edificata nell'estate del 1681 per volontà del Barone Raimondo Sammartino. Originariamente di dimensioni modeste (20x7 metri) e caratterizzata da un prospetto semplice e rude, fu ampliata nel 1760 per iniziativa di Padre Ludovico da Mazzarino. Gli elementi architettonici della chiesa primitiva sono ancora visibili, poiché costituiscono il transetto della costruzione attuale. Nel 1758, la chiesa venne elevata a Parrocchia e, nello stesso anno, ad Arcipretura. La pianta è a croce latina, con tre navate sostenute da pilastri di sezione a croce. Lo stile ionico, presente sia all'interno che sulla facciata, rappresenta l'elemento unificatore dell'intera struttura. La monumentale facciata, in stile rinascimentale siciliano, fu iniziata nel 1869 e completata nel 1875 con l'aggiunta del campanile e dell'orologio, ad opera di maestranze locali e scalpellini forestieri. Nel 1947, la chiesa fu consacrata a Maria Santissima dell'Aiuto e elevata a Santuario. Il portale in marmo, sormontato dalla statua della Madonna dell'Aiuto, risale al 1958. Nel 1997 furono avviati i lavori di restauro dell'intero complesso, completati l'anno successivo, durante i quali furono sostituite due campane.